Antonio Paradiso

Antonio Paradiso (Santeramo, Bari, 1936. Vive e lavora tra Milano e Matera). Ha studiato scultura all'Accademia di Belle arti di Brera a Milano con Marino Marini. Ha esposto in numerose sedi in Italia e all'estero, tra i quali i Musei d'Arte Moderna di Dortmund, Helsinki, Colonia, Los Angeles, Belgrado. Nel 1978 ha partecipato alla Biennale d'arte di Venezia. Principalmente scultore, ma anche performer, pittore e video maker, la sua ricerca si è rivolta principalmente all'uomo, al suo passato, anche quello più remoto. Ha studiato riti e religioni del passato, viaggiando nel deserto del Sahara e nell'Africa tropicale, unendo un approccio scientifico alla sua arte antropologica. Il suo lavoro spesso si avvicina anche a tematiche legate alla natura, come i numerosi studi e opere sugli uccelli e sul volo. Nel 2000 ha creato il Parco Scultura La Palomba a Matera, un sito archeologico e ex cava di tufo all'interno del Parco Regionale della Murgia, un luogo dove arte e natura s'incontrano, con installazioni e opere di Paradiso e di altri artisti (Nagasawa, Carrino, Mainolfi, Mattiacci, Spagnulo, Staccioli, Trotta)- Hanno scritto di lui: Dino Buzzati, Luciano Caramel, Arturo Schwarz, Enrico Crispolti, Flavio Caroli, Emilio Isgrò, Pierre Restany, Luciano Inga-Pin, Achille Bonito Oliva, Anna d'Elia, Germano Celant, Renato Barilli, Pier Luigi Tazzi. Tale operazione è stata, quindi, finalizzata a trasformare questo spazio in un parco d'arte o luogo di arte antropologica, come il suo promotore preferisce definirlo, in cui l'esposizione permanente viene periodicamente arricchita da esposizioni collettive e temporanee che coinvolgono scultori contemporanei che realizzano le loro opere durante un soggiorno nella città dei Sassi, quindi a diretto contatto con il territorio. Le opere e il Parco nel suo insieme ben si integrano nello scenario del contesto culturale-geologico in cui sono collocati.


Il Parco Scultura è collocato all’interno del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri, sulla statale S.S. 7 Appia in località “La Palomba”, in un'area in cui sono presenti differenti cave di tufo. Le cave costituiscono un elemento del territorio che testimonia il graduale adattamento dell'uomo all'ambiente e lo sviluppo di capacità e tecniche nell'uso dei materiali rinvenuti in natura. Nel corso dei secoli il tufo locale è stato utilizzato per proteggere, costruire, decorare, restaurare e, da un punto di vista artistico, architettonico e decorativo, ha scandito la storia della città. Ancora oggi la lavorazione del tufo è praticata da artigiani e artisti locali che ne propongono una rilettura adatta agli usi contemporanei.
Exhibition (selection)
anni 70 / 80                                                                                      anni 90 / 2000
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